L’AFFETTIVITÀ
In psicologia, i termini affezione ed affettivo rivestono una grande importanza. Al pari di tutti i fenomeni intellettivi, sono stati ridotti dagli sperimentalisti a delle sensazioni, così che tutte le emozioni sono considerate come semplici affezioni mentali, elemento di cui in ultima sostanza ogni manifestazione emotiva è composta.
La natura di tale elemento è un problema che non è stato risolto in via definitiva da molti esperti di psicologia. Il metodo è necessariamente sperimentale, dal momento che qualsiasi verifica su sentimenti e sensazione è per natura difficile.
Le soluzioni proposte in merito sono due:
- nella prima, tutti i fenomeni affettivi sono suddivisi in piacevoli e spiacevoli. L'obiezione principale a tale divisione è che non fornisce una spiegazione all'infinita varietà di fenomeni e che ignora di fatto la distinzione che molti filosofi ammettono tra piaceri nobili e piaceri inferiori.
- la seconda soluzione è quella che vuole ciascuna sensazione caratterizzata da una sua specifica qualità affettiva. Per ragioni di povertà linguistica, molte di queste gradazioni non posseggono tuttavia un nome, e comunque una simile classificazione sembra riportare indietro alla teoria degli affetti d'impianto settecentesco, ossia a prima della nascita della psicoanalisti.
Wilhem Wundt, in Lineamenti di psicologia (1896), sostiene che possiamo raggruppare in tre categorie affettive principali, ciascuna con il suo negativo, tutte le infinite varietà:
- (a) piacere o piuttosto piacevolezza e dispiacere;
- (b) tensione e rilassamento;
- (c) eccitazione e depressione.
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